Publishing on demand (o self publishing): stiamo assistendo al boom della pubblicazione fai da te e della pubblicazione digitale. Secondo il report di Authorearnings più del 30% dei libri presenti su Amazon, il colosso americano di commercio elettronico, appartiene agli autori indipendenti.
Un tempo sono stata più attiva in fatto di editoria, ho pubblicato alcuni libri e racconti di narrativa attraverso il canale tradizionale, ma mi sono anche interessata di siti di pubblicazione online. Ho sperimentato in prima persona l’edizione digitale, pubblicando su ilmiolibro di Kataweb il mio quarto romanzo: Il Canale Unico – Lavoro, Consumo, Svago mentre con il gruppo Scrittori Sommersi, abbiamo testato Lulu.com, una della prime piattaforme in Italia ad offrire il servizio di pubblicazione fai da te, per dare alla luce l’antologia che raccoglieva i racconti di noi 25 scrittori.
Dopo essermi occupata recentemente di Anobii, il social network di libri acquistato da Mondadori, all’epoca scrissi anche una recensione sull’editoria online che ripropongo aggiornata.
Lulu e gli altri POD: cosa sono i Publishing On Demand e a cosa servono
Hai un manoscritto nel cassetto che vorresti pubblicare, ma non sai a chi rivolgerti? Sei stufo di dipendere dagli editori e vuoi render conto solo a te stesso del lavoro che hai svolto? La soluzione che stai cercando si chiama POD – Publishing On Demand.
Questo sistema ti permette di pubblicare in qualsiasi momento tutti i tuoi manoscritti in cambio di un modesto contributo spese. Ma un POD non si limita a stampare il libro come farebbe una tipografia, il publisher si occupa di attribuire un codice Isbn (questo servizio può essere a pagamento) e provvede ai depositi legali relativi al copyright. In questo modo proteggi e rimani padrone del tuo copy. Inoltre puoi ritirare la tua opera dal mercato con un semplice clic.
Di contro dovrai accollarti l’onere di editing e di impaginazione (nessuno si occuperà di fare la revisione delle tue bozze), di promozione e vendita del libro.
Ti puoi rivolgere a POD italiani che stampano in piccole tirature e con prezzi modici (sicuramente inferiori a quelli richiesti dagli editori a pagamento) e a Lulu.com. Questo è uno dei POD più noti e che ha inaugurato questo tipo di editoria. Con Lulu qualsiasi manoscritto può diventare un libro in “copertina e ossa”, con tanto di diritti d’autore depositati e codice Isbn. E, a differenza di una tipografia tradizionale, si può pubblicare anche un’unica copia.
Pubblicare con il POD è un modo per farsi conoscere, mettersi in gioco e confrontarsi con il duro mondo editoriale. Infatti, non basta pubblicare un manoscritto perché le persone acquistino il tuo libro: devi promuoverlo, farlo conoscere, interessare possibili lettori a comprarlo e renderlo disponibile nelle librerie, altrimenti rimarrà dimenticato sul sito.
In Canada, Lulu, ideato da Bob Young, fondatore anche di Red Hat (l’azienda principale per il software open source su Linux), è una realtà già dal 2002. In Europa è sbarcato nel 2005 e ha all’attivo quasi 1,1 milioni di autori registrati e 20.000 titoli pubblicati ogni mese.
La registrazione al servizio è gratuita, così come la creazione di un nuovo progetto editoriale. Attraverso gli strumenti di editing, forniti dal sito, si impagina il manostritto, si sceglie il formato e la formattazione del testo, colori e qualità della copertina e tipo di rilegatura. In base alle caratteristiche raggiunte dall’oggetto, come il numero di pagine e se in b/n o a colori, verrà calcolato un prezzo da Lulu.
Il libro virtualmente è pronto, ma soltanto con il primo ordine online (e pagamento) ci sarà la pubblicazione vera e propria. In questo modo, Lulu taglia i costi di deposito e distribuzione, in più recupera l’80% dei ricavi dalle vendite, risultando come editore delle opere.
Il servizio base non prevede un codice Isbn, l’inserimento nel catalogo Lulu o altri benefit che sono però ottenibili acquistando i diversi pacchetti messi a disposizione da Lulu.
Bob Young ha quindi ideato un sistema che risponde alle richieste di scrittori emergenti, emarginati della prosa, ma anche di fotografi, disegnatori, graphic design, poeti e blogger.
“L’attuale sistema editoriale, funziona per i best seller, ma non lascia spazio ai titoli che non promettono vendite dell’ordine dei milioni. Gli editori si rifiutano di pubblicare, molto spesso, non perché il libro (il cd o le foto) non sia di pregio, ma perché il titolo non ha mercato”.
Bob Young – “Corriere della Sera”, 2 agosto 2005.”
L’altra piattafroma di publishing nata tra le prime in Italia è stata Ilmiolibro del Gruppo Editoriale L’Espresso Spa. Inizialmente, si potevano pubblicare romanzi e album, adesso fornisce la piattaforma anche per gli ebook oltre a varie interessanti iniziative editoriali come concorsi per poesie e romanzi.
A quella recensione, ancora attuale, aggiungo e segnalo l’ingresso nel mercato dell’editoria online di un altro importante soggetto e cioè Amazon con Kindle Direct Publishing, la piattaforma per pubblicare ebook.
Perché il mercato dei libri sul web funziona?
Una delle conseguenze dirette della globalizzazione è stata la diffusione e condivisione dei contenuti. Per rendere il mercato sempre più aperto e accessibile, è stato necessario semplificare alcuni passaggi e ammorbidire le restrizioni burocratiche.
Un importante salto di qualità in questa direzione, è stato fatto con la nascita delle licenze CreativeCommons, che superano la vecchia concezione del copyright e salutano la nascita del copyleft. Le pubblicazioni self si dividono in ebook e libri stampati. Nonostante il boom del digitale, grazie ai servizi di Publishing on Demand che consentono di stampare anche solo una copia, la carta continua a vivere.
Il copyleft permette di pubblicare e far circolare un’opera letteraria propria, senza dover passare attraverso la concessione dei diritti a un editore.
Sei uno scrittore in erba? Hai già provato a pubblicare un libro o un ebook? Quale è stata la tua esperienza?