Dopo il romanzo su Twitter ora anche la poesia, anzi, i piropoemi su WhatsApp. Fenomeni linguistici di come cambia il nostro modo di comunicare grazie al digitale.
Quello dei nuovi media è un fenomeno che porta dei cambiamenti anche linguistici. L’uso colloquiale che avviene nella messaggistica scambiata in rete ogni giorno da milioni di persone, da una parte ha arricchito l’idioma di nuove espressioni, dall’altra sembra averne impoverito la varietà. Eppure, la diffusione di internet e dei social network ha favorito la scrittura soprattutto nei giovani che diventano broadcaster di se stessi.
Il fenomeno non sembra arrestarsi, anzi, la recente notizia che il più popolare dei social network, Facebook, ha acquistato WhatsApp, la piattaforma per scambiare messaggi sul mobile, potrebbe portare a nuovi e interessanti risvolti.
Facebook compra WhatsApp
Ultimamente non si sente parlare altro che di Facebook: Facebook rinnova l’algoritmo; Facebook pubblica una ricerca sulle relazioni sentimentali (della vita reale) dei suoi utenti. Ultima e più clamorosa notizia, Facebook acquista WhatsApp per 19 miliardi di dollari tra contanti e azioni.
La portata della manovra sta tutta nei numeri: WhatsApp conta 450 milioni di iscritti. Si stima che un utente spedisca in media al mese più di 1.000 messaggi e ne riceva quasi il doppio. Altro genere di contenuti sono invece al momento meno popolari (40 le foto caricate, 13 i messaggi vocali e 7 i videomessaggi), ma presto potrebbe invertirsi la tendenza visto che proprio a pochi giorni dall’accordo, WhatsApp ha annunciato di volere aggiungere agli sms gratuiti sui cellulari anche le chiamate vocali (cioè le telefonate) a partire dal secondo trimestre di quest’anno.
Colgo quindi l’occasione per me molto gradita di fare quattro chiacchiere con Sabrina Lembo, un’esperta della lingua perché traduttrice e recensionista critica, in particolare dallo spagnolo verso l’italiano.
Sabrina ha seguito progetti per favorire la formazione professionale nel settore della traduzione, inoltre, il giorno di San Valentino ha presentato alla libreria Arion Esposizioni a Roma il libro ““Wha(ts)appa”. Piropoemi per cellulare ” di José Maria Paz Gago, edito da Aracne, che in Spagna ha già riscosso successo.
Il libro raccoglie le poesie scritte dall’autore alla sua amata utilizzando esclusivamente WhatsApp.
Benvenuta Sabrina, da dove nasce la tua passione per la letteratura e in particolare per la cultura ispanica?
– La passione per la letteratura e il mondo ispanico vive in me da sempre, dagli studi universitari in Lingue e Letterature Straniere. Una passione che ho continuato ad alimentare nel corso degli anni, pur occupandomi di altre attività professionali in altri scenari lavorativi, quali i processi di management e sviluppo di business nel settore dell’Information Technology.
In qualità di traduttrice e recensionista critica, in che modo pensi la lingua si stia evolvendo attraverso i nuovi media?
– I nuovi strumenti di comunicazione, quali sms, WhatsApp, Twitter sono uno specchio dell’evoluzione sociologica che viviamo. Ogni giorno riceviamo una quantità enorme di input attraverso i nuovi media comunicativi, in una realtà sempre più dinamica e in rapido cambiamento. La lingua segue questi cambiamenti, arricchendosi di nuove terminologie, fatte anche di simboli evocativi. E sottolineo questo verbo, “arricchendosi”, perchè è vero, esiste un rischio di un impoverimento della lingua, ma è anche vero che se utilizzati sapientemente questi strumenti, nella loro immediatezza e brevità, apportano un valore aggiunto al patrimonio linguistico che, ovviamente, deve essere preservato. “Wha(ts)appa. Piropoemi per cellulare” è un esempio validissimo di questa evoluzione dei tempi, intesa come arricchimento: la lirica poetica viene espressa in brevissimi messaggi, attraverso l’utilizzo di ricercate parole e di nuovi termini (il titolo “piropoemi” è un neologismo, inventato dallo stesso autore e sintesi del suo genio creativo).
In che modo i nuovi media sono strumenti del tuo ambito professionale?
Ho lavorato per anni in una multinazionale nel settore IT e ho sperimentato che le passioni letterarie e il mondo tecnologico si integrano perfettamente tra di loro. Creare un’App per la divulgazione di una raccolta di poesie ne è l’esempio. Chi si fa portatore di un messaggio poetico ha il dovere di essere creativo. In questo senso, i nuovi media si rivelano un veicolo molto valido.
L’applicazione “Wha(ts)appa”, già disponibile in Applestore e Google Play, è stata sviluppata per inoltrare i piropoemi d’amore di José Maria Paz Gago e condividerli tramite i principali social network Facebook e Twitter. Un modo innovativo ed estremamente originale per divulgare la poesia anche tra i giovani, da sempre più attenti alle nuove tecnologie.
Cosa pensi della notizia relativa all’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook?
Ho sempre ammirato una virtù nel giovane Mark Zuckerberg, che è la capacità di tramutare, con una rapidità incredibile, un’intuizione geniale in atto concreto. Facebook è nato per gioco, in un contesto universitario tra gli studenti di Harvard. Progettato per i giovani si è convertito negli anni nel principale social network mondiale, cambiando fisionomia e funzionalità, allargando il bacino di utenti ad un target fatto anche di adulti. Oggi la maggior parte degli utenti Facebook utilizza questo strumento per promuovere la propria immagine, per scopi lavorativi oltre che per diletto. Includere WhatsApp nel proprio servizio di rete sociale vuol dire includere oltre 400 milioni di utenti, ovvero quelli che ad oggi comunicano tra loro utilizzando questo strumento fortemente innovativo, che ha sostituito l’sms a pagamento. Zuckerberg si è dimostrato ancora una volta veloce e geniale.
Grazie Sabrina è stato un vero piacere ospitarti. A presto 🙂