La macchina dell’intrattenimento è ossessionata dal “second screen“. Oggi mentre guardiamo la televisione abbiamo come minimo sottomano anche uno smartphone, un pc o un tablet con cui ci colleghiamo a internet e commentiamo, interagendo sui canali social, i programmi televisivi. Questo è il comportamento attivo degli utenti che appartengono alla Generazione 4C.
Come un’estensione dello schermo (un secondo schermo), il dispositivo mobile ci offre il dono dell’ubiquità perché possiamo interagire in tempo reale con amici, colleghi e parenti su un tema di interesse che sta accadendo in quel momento. Molto spesso, anzi, queste interazioni sono stimolate dalle trasmissioni, come accade per gli eventi sportivi live o per i talent show che invitano gli spettatori a votare via Twitter o a prendere parte a iniziative attraverso Facebook. Molte persone poi, attraverso i social media, vengono a conoscenza di nuove trasmissioni e sono quindi spinte a seguirle sul primo schermo, la televisione.
L’incontro/scontro dei mezzi tradizionali con i social media ha portato enormi trasformazioni ad esempio relativamente a:
1) Contenuti
Gli autori possono scatenare la loro fantasia trovando il linguaggio o il formato che meglio si adatta al mezzo su cui vengono fruiti.
2) Pubblicità
L’advertising si trasforma per seguire il consumatore sul second screen e diventare a tutti gli effetti un contenuto di valore.
Mentre l’editoria tradizionale sembra avere accusato l’avvento del digitale per la perdita di pubblico nella carta stampata, l’industria dell’intrattenimento tradizionale non pare invece averne beneficiato. Sono infatti sempre più diffuse partnership tra editori e canali social. HBO, una delle migliori case di produzione di contenuti originali diffusi on demand, ha annunciato un accordo per la produzione di trailer esclusivi per Instagram, che da alcuni mesi ha introdotto anche i video di 30″ sulla piattaforma. Un altro esempio è River, la web tv lanciata recente da Sky.
Durante il convegno “Brand Re-imagined: nuove opportunità per i brand nel mondo digitale” che si è tenuto in questi giorni a Milano, si è parlato di come tutti i media saranno legati imprescindibilmente a internet e, anche, della cosiddetta Generazione 4C: generazione digitale costituita da utenti attivi che si collegano da piattaforme differenti che, a fronte di un acquisto o dell’utilizzo di un servizio, si informano e danno consigli/opinioni online, distribuendo e producendo a loro volta contenuti. Questa generazione è chiamata 4C, per i quattro aspetti principali: Creation, Curation, Connection e Community.
Qui sotto l’analisi presentata al convegno sui dati raccolti relativamente alla Generazione C