Emoticon nell’oggetto delle mail, si o no?

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Emoji si o no nelle tue newsletter? Le ricerche dicono che circa il 5% delle email che riceviamo contiene nell’oggetto una o più emoticon. Ma sono davvero in grado di portare un beneficio a chi le usa per aumetare le aperture?

Se usi l’email marketing in modo professionale, ad esempio per comunicare in ambito B2B o per promuovere la tua attività di consulente o il tuo sito e-commerce, forse ti sarai chiesto se utilizzare o meno le emoticon o gli emoji, la loro versione grafica più evoluta, nell’oggetto delle tue newsletter.

emoticon nelle email

Come è risaputo, le simpatiche faccette sono state introdotte prima dalle piattaforme di messaggistica istantanea come Skype, WhatsApp e Messenger poi dai social network. Di fatto sono uno strumento di comunicazione molto efficace perché un concetto trasmesso con le immagini arriva prima, ma utilizzato soprattutto in ambito B2C.

Il dubbio per molti brand e professionisti è perciò quello che l’emoji possa incidere sulla reputazione (credibilità e serietà) di chi le usa.

Benefici di aggiungere un’emoticon nell’oggetto

In media ognuno di noi riceve circa 90 mail al giorno ed è facile immaginare che un obiettivo comune sia quello di emergere dal “rumore di fondo”.

Un’immagine usata in modo opportuno può sostituire intere parole o concetti. Come è risaputo l’oggetto di una mail, così come quello di un post, deve rientrare in un numero finito di caratteri per evitare di essere tagliato.

In questo modo, l’uso dell’emoji, ciascuno corrisponde a un solo carattere, potrebbe rientrare in quelle buone pratiche per elaborare un titolo efficace

Un altro beneficio portato dalle emoticon è quello di avvicinare il mittente al destinatario in quanto apparirà più amichevole e disponibile. Un emoji potrebbe incoraggiare la persona che riceve la nostra campagna email non solo ad aprirla ma anche a cliccarla e/o a risponderci dietro una specifica call to action.

Un’emoticon usata nell’oggetto di una newsletter, soprattutto se consultata via mobile, ha il potere di attirare l’attenzione mentre stiamo scrollando i contenuti della pagina.

Questo dato è da tenere in considerazione, visto che il 55% delle persone legge le mail da mobile.

Infine, aggiungere un’emoticon potrebbe aiutarti a trasferire la personalità del tuo prodotto o servizio. Se ti occupi di street food, gioielli o abbigliamento, ad esempio, troverai molte emoticon che possono fungere come “marchio” del tuo brand.

Usare le emoticon nelle mail lati negativi

Iniziamo con gli aspetti tecnici: non tutti i client di posta visualizzeranno l’emoji per limiti nella decodifica del carattere. Probabilmente, lo “smile” lo vedranno tutti ma altri più originali non saranno visualizzati o verranno sostituiti con uno simile, ad esempio nei casi di Outlook.come e di sistemi IOS . Il rischio è di avere uno spazio vuoto nell’oggetto, per questo è meglio inserire l’emoji a inizio o a fine della frase, o di visualizzare un quadratino ““; il simbolo di un’immagine rotta.

Infine, nel caso della sostituzione con un’altra emoticon, puoi rischiare di trasmettere un messaggio diverso da come lo avevi pensato.

Statistiche sull’uso delle emoticon 

Per Litmus l’aggiunta dell’emoji nell’oggetto porterebbe un incremento dell’open rate del 10-15%, simili risultati sono riportati anche dalle ricerche di GetResponse.

Mentre per Yellowball e MailUp le performance delle campagne che usano gli emoji sarebbero inferiori alla media.

Ancora, secondo Experian la presenza delle emoticons nell’oggetto incoraggerebbe l’apertura del 56%!

Un’altra ricerca controversa è quella di Econsultancy secondo cui la presenza delle emoticon nell’oggetto aumenterebbe del 60% l’open rate ma giocherebbe un ruolo in parte negativo per la reputazione del brand che le utilizza.

emojis in subject econsultancy

Usare le emoticon nell’oggetto best practice

Il mio consiglio è di usare il buon senso. Se il tuo prodotto o marchio si presta a una comunicazione più disinvolta e in ambito B2C, fai degli A/B test e verifica i risultati ottenuti.

Se operi nel B2B questo non significa che tu non possa provare, ma dovrai sempre far riferimento alle preferenze espresse dalla tua lista e alla “voce” del tuo brand per non snaturare la tua comunicazione.

Conclusioni

In generale, inserisci l’emoticon all’inizio o alla fine dell’oggetto ma poche perché potresti risultare chiassoso e confusionario nel messaggio.

Inoltre, non è obbligatorio usarle! Non sentirti obbligato a usarle e, se lo farai, accertati che aggiungano valore al messaggio e siano rilevanti.

Stai già usando le emoticon negli oggetti delle tue newsletter? Se sì, con quali risultati? Scrivimelo nei commenti!

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